Una radio nata all'interno del DSM-DP dell’Ausl di Piacenza e che oggi conta una quindicina di redattori tra utenti e operatori dei servizi di salute mentale. Un percorso terapeutico di riabilitazione e sensibilizzazione dove dimenticarsi della propria malattia e allontanare i pregiudizi e lo stigma
di Simona Gotti
PIACENZA - “Domande scomode”. Come quelle che fa Radio Shock, un progetto del DSM-DP dell’Ausl di Piacenza per sensibilizzare sui temi della salute mentale i cittadini e scardinare lo stigma attraverso un format di interviste divertenti, semiserie, surreali o “impossibili”. Nato nel 2007 e inizialmente ispirato all’esperienza di Radio 180 a Mantova, ad averci subito creduto è stato uno dei suoi fondatori, Emanuele Guagnini, psichiatra ed ex responsabile del Centro di Salute Mentale dell’Ausl di Piacenza oggi in pensione.
«La redazione è composta da una quindicina di persone tra utenti e operatori dei servizi di salute mentale, non dedicati ma che si ritagliano uno spazio tra impegni e turni di lavoro, e di fatto sono una sorta di equipe trasversale che si incontra ogni giovedì mattina, oltre alle uscite per le intervista in altri momenti, a volte anche il sabato e la domenica», racconta Piero Verani, psicologo psicoterapeuta dei Centri di Salute Mentale e delle Residenze Terapeutiche Estensive dell’Azienda Usl di Piacenza, nonché referente clinico della redazione da un anno.
In 15 anni la radio ha realizzato interviste e collaborazioni illustri. Prima a personaggi piacentini (medici, politici e vescovi), poi a persone pubbliche come Alex Del Piero, Matteo Renzi, Vladimir Luxuria, Alessandro Preziosi e Sabina Guzzanti, arrivando addirittura su La7, da Daria Bignardi, nella trasmissione “Le interviste barbariche”. «La cosa straordinaria è che da 15 anni, tutti i giovedì, la redazione lavora con caparbietà incredibile ed è di insegnamento per tutta la psichiatria per comunità», commenta Filippo Corvi, terapista che ha seguito il gruppo fin dagli albori.
Da un anno, per andare incontro ai cambiamenti del mondo della comunicazione e dei media, il format è cambiato: ora ci sono interviste video su YouTube, la collaborazione di un regista freelence e le interviste impossibili (o quasi) per contenuti e destinatari. Oltre a scegliere di puntare alcune persone per intervistarle, è ormai nostra consuetudine porre domande con un tono surreale e paradossale fino all’impossibile, a meno che non vogliamo credere che il vino o il miele possano risponderci. Allo stesso modo risultano impossibili le interviste a personaggi letterari (vedi Don Chisciotte) o famosi che però non ci sono più (vedi Toro seduto o Churchill).
Ma la radio è anche un percorso di riabilitazione terapeutica. «Mi permette di avere un luogo dove mi dimentico della mia malattia», dice Massimo, redattore esperto, mentre per Maria Luisa, storica segretaria della radio, «divertirsi insieme tra pari e ridere insieme per trovare sollievo». I primi lavori della redazione sono stati pubblicati in due libri ("Le 50 interviste più pazze del mondo" e "Per me va bene il pareggio"), mentre ora i video sono disponibili sul canale YouTube dell’Azienda Usl di Piacenza, raccolti nella playlist Radio Shock.
Per finire ricordiamo le altre radio che lavorano sui temi della salute mentale in Emilia-Romagna. Sono: Non ci sto più dentro a Parma, Psicoradio a Bologna, Radio Liberamente a Modena e Radio Sonora nella Bassa Romagna.