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Consulta regionale, benessere psichico e Stati generali della Salute dell’Emilia-Romagna

Consulta regionale, benessere psichico e Stati generali della Salute dell’Emilia-Romagna

Dall’incontro con associazioni e gruppi Ama sono emerse tutta una serie di indicazioni per cercare di far fronte ad alcune criticità e migliorare i servizi psichiatrici pubblici

di Michela Trigari


BOLOGNA – Il metodo è quello dell’ascolto reciproco. L’obiettivo è un progetto condiviso per rafforzare il sistema sanitario regionale. Lo strumento sono gli Stati generali della Salute della comunità in Emilia-Romagna, un confronto con cittadini, territori, chi ci lavora e comunità scientifica avviato dalla Regione lo scorso autunno, i cui esiti saranno portati all’Assemblea legislativa regionale per guidare i passi che l’amministrazione dovrà compiere in futuro. Il 6 febbraio è toccato alla Consulta regionale per la Salute Mentale e ai gruppi Ama essere ascoltati. A illustrare i dati sul disagio psichico in Emilia-Romagna e a prestare orecchio alle istanze di utenti, familiari e associazioni c’erano l’assessore regionale alle Politiche per la Salute Raffaele Donini, Alessio Saponaro, dirigente Area Salute mentale e Dipendenze patologiche, e Fabia Franchi, responsabile del Settore Assistenza territoriale della Direzione Cura della persona, Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna.

L’Assessorato sta raccogliendo tutti i contributi possibili. Intanto la Regione seguirà gli Standard per l’assistenza sanitaria in materia di salute mentale, dipendenze patologiche e neuropsichiatria infantile sanciti dall’intesa Stato-Regioni il 21 dicembre come addendum al decreto ministeriale 77/2022. Il documento prevede che i servizi di base e specialistici siano organizzati in quattro livelli: consultazione e assistenza primaria in coordinamento con le Case di comunità, i medici e i pediatri di base, presa in carico per episodio di cura o per progetti terapeutico riabilitativi, assistenza specialistica in ambito ospedaliero o residenziale, reti specialistiche di area vasta comprendenti servizi sovra-zonali. Inoltre consolideremo l’esistente, con una maggiore integrazione territoriale e sociale. Nell’ambito del nuovo assetto delle Case della comunità, trova poi piena realizzazione il potenziamento della funzione psicologica, per rispondere alle nuove necessità e intervenire precocemente in una logica di prevenzione e promozione della salute.

Dalle consultazioni sono poi emerse tutta una serie di indicazioni per cercare di far fronte ad alcune criticità e migliorare i servizi psichiatrici pubblici. Qui elenchiamo solo le principali:
- mettere la persona al centro del percorso di cura, anche in un’ottica di partecipazione, e implementare lo strumento del Budget di salute;
- migliorare il rapporto tra i medici e i pediatri di base, le istituzioni sanitarie e il mondo dell’associazionismo per fare davvero rete intorno alla salute mentale;
- rafforzare l’integrazione del settore sanitario con quello sociale ed educativo;
- incrementare gli interventi di riabilitazione funzionale, relazionale e psicosociale per cercare di ridurre la risposta farmacologica o la “dipendenza dai servizi”;
- sviluppare il modello del “dialogo aperto” (un sistema di trattamento nato in Finlandia fatto di incontri domiciliari che coinvolgono la famiglia e la rete sociale del paziente, condotti da un’equipe multi-professionale ad hoc);
- potenziare la figura dello psicologo e dello psicoterapeuta nelle Case della comunità;
- lavorare insieme ad aziende e associazioni di categoria per aumentare le opportunità di inserimento lavorativo e abitare supportato;
- armonizzare il passaggio dalla neuropsichiatria infantile alla psichiatria adulti, in quanto il percorso risulta ancora frammentato e non lineare;
- indirizzare i Dipartimenti di Salute mentale e Dipendenze patologiche e le Università verso una maggiore flessibilità, per dare risposte tempestive ai nuovi bisogni emergenti, anche attraverso la formazione continua di operatori, psichiatri e docenti;
- rafforzare il sistema di prevenzione del disagio e di promozione del benessere psicologico.

Tutti elementi su cui la Regione Emilia-Romagna dovrà porre particolare attenzione, insieme ai costi, ai tempi e all’efficacia della residenzialità e al maggior rischio di decesso per le persone con problemi di salute mentale.

Parliamone Insieme
il sito della Consulta regionale per la Salute Mentale dell’Emilia-Romagna


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Si ringrazia la Regione Emilia-Romagna

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